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La notte è a suo agio

by Rego Silenta

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1.
Se un bel giorno aprissi gli occhi senza l’astinenza da controllo verso tutti e tutto, Sai, vi lascerei fare, mi andrei a rilassare, mi sorprenderei di quanto mi so rilassare. Concepirlo già mi da dei brividi, praticarlo.. Svergognarlo mostrerà i miei limiti, più di quanto io non faccia già. Se quell’alba fosse costellata di proposte, di risposte Giunte fino a me per derubarmi, per rubarmi, la missione.. la missione. Ho gia i sensi di colpa per il tempo che ho perso. E per il tempo che perdo con i sensi di colpa. E’ un problema o mi sbaglio voler star sempre sveglio. E’ un problema di certo ma non chiedo di meglio. Non capirò mai, perché resti qua A subire i miei, mutevoli progetti (ti) aiuterei, a combattermi Solo io so i miei, punti deboli.
2.
Beni primari 03:18
La tua razione di beni primari l’han dettata in modo strano. Lo si deduce dal fatto che tutta non ti sta nemmeno in mano. E va da se che la sopravvivenza adesso passa in secondo piano. E non vedere la fine del mese è malcostume all’italiana. Benedetta è la relatività, che annebbia un poco il panorama. Quanto amiamo la nostra povertà, senza come si fa. Se stavi meglio quando stavi peggio ora saprai quando vuoi stare, non è che goda della mia fiducia il tuo sistema di valutazione, e allora spremi forte la meninge, che una sola ti è rimasta, l’altra per pagarti la tv al plasma l’hai dovuta dare all’asta. Benedetta è la relatività Che annebbia un poco il panorama, quanto amiamo la nostra povertà, senza come si fa. Hano costruito un capiente recinto. E ti han convinto che sei un porco. E in qualità di animale sociale, la tua soluzione è il branco. E ti piace il tuo recinto, e vuoi bene alla tua merda, è grazie a lei che ti confondi nella mischia. E credi di essere protetto, che ti portino rispetto, condividendo insieme la fanghiglia.
3.
La terra ha voltato le spalle al sole. E l’ombra mostra che sa fare. Mi mostra che mi sa parlare. Le mostro che ho le sue parole. L’altalena che stavo osservando, si è fatta meno accogliente. Sembra quasi stia “maleducando” al suo passaggio questa gente. E vorrei accontentarli più di quanto vorrei, profumando di petali i loro passi. Invitarli ad affacciarsi sui fatti miei, colorandoli come i bimbi coi sassi. Ed ogni lampione è un occhio di bue per inseguirmi e segnalarmi. Ed ogni potenziale può agguantarmi, mischiando urgenze mie alle sue. Delle vie da poter praticare, ho scelto la più accogliente. Una pratica, credo comune a ogni sorta di gente. Fino all’ultimo orrore congegnare saprei, confidando nel canto di un’inibizione. E nel farlo il pensiero più basso che avrei, è l’orrendo timore d’una sua distrazione. La terra ha voltato le spalle a me, ma il sole le ha voltate a lei. A chi voltarmi non saprei, ma lo farò e non ho un perché. Dentro l’ombra ci sono fantasmi che non hanno da perdere niente. Io da perdere ho solo uno spettro e mi vorranno certamente. Dentro l’ombra, la notte è a suo agio e mi chiama a scaldarmi, davanti alle braci. Dentro l’ombra ogni essere la notte brama, e sa di cosa sono capaci. E vorrei accontentarli più di quanto vorrei, profumando di petali i loro passi. Invitarli ad affacciarsi sui fatti miei, colorandoli come i bimbi coi sassi, colorandoli come i bimbi coi sassi, colorandoli come i bimbi coi sassi.
4.
Appartenente a tempo, appartenente a spazio Appartenente a quello a cui conviene appartenere Appartenere a un vizio, ed esserne orgogliosi Appartenere a un merito ed andarne vergognosi Fedeli ad un principio, incorniciato bene Che prima crea la fede e poi da il senso del dovere Che stuprerà una mente promettendole il piacere Appartenenti a orientamenti, a gruppi, a schieramenti Che vicendevolmente si fanno i complimenti Utenti involontari, di propaganda oscura La cui ragione d’essere può essere paura L’unione fa la forza, la forza da il potere Che porterà la mente a dare il senso del dovere Che condurrà una mente a offrire il senso del dovere Essere un po’ più deboli, ma essere in tanti Per non conoscersi, guardare avanti, guardare avanti... E’ mancando d’attenzione verso l’essenza, che individuo e decisione perdon valenza Concentrando il potenziale sull’osservanza Ogni dubbio o esitazione, va alla mattanza Virtù nell’arroganza, virtù nella coerenza Virtù nell’espressione della propria appartenenza Inconsci praticanti di sano autoerotismo Coscienti esercitanti d’insano campanilismo Non sentire un disagio, percorrere la schiena Quando la tua ragione prende piede sulla scena Esser sempre più deboli, ma essere in tanti Per non conoscersi, guardare avanti, guardare avanti... È mancando d’attenzione verso l’essenza, che individuo e decisione perdon valenza Concentrando il potenziale sull’osservanza Ogni dubbio o esitazione, va alla mattanza
5.
Danzando 04:23
Col senno di poi, che tra l’altro vado perdendo Posso dire di avere danzato con la mia veggenza. Lo saprete voi, con certezza quanto comprende, la distanza fra la realtà e la sua presenza. Crollano i ponti fra di noi, fra me e tutti voi, esistenti più colti che consci di questa esperienza, e le mie cataratte mi portano oltre ogni speranza. Col senno di poi, che in effetti non vado cercando Tornerei a coltivare i rapporti con la mia ignoranza. E poi allungherei col mio rosso più vecchio e forte, l’insistenza del senso più intenso di averne abbastanza L’ultima mia natività, a cui si brinderà, nell’istante in cui tutti gli sguardi staranno mentendo i restanti miei passi saprò di viaggiarli danzando.
6.
Dopo che fui seduto, guardando in terra davanti a me, mi resi conto di avere appena pestato una formica. In pochi secondi, con una meccanica naturalezza, una, due, una dozzina di identiche vivissime formiche aveva già circondato la defunta. Nel loro vagabondare fatto di linee rette, spezzate da bruschi cambi di rotta, si alternavano nell’andarle addosso, nell’impattarla, come se questo fosse inevitabile; le sostavano davanti un istante, per poi riaversi e indietreggiare di qualche centimetro. Davano l’aria di poter andare avanti in eterno. Infine una, l’ultima formica ad averla avvicinata, divenne la prima ad averne abbastanza di quell’impietoso rituale. Subito la sollevò e la portò con se a zonzo, quasi a volerla esibire, quasi a volerla indossare per quel breve fazzoletto di suolo nel quale ancora stavano brulicando, senza nessuna apparente logica, le altre formiche. Non c’era niente per loro laggiù, né briciole, né erba, né calore. Soltanto una grigia piastrella, opportuna per loro quanto lo sarebbe per un aratro il sagrato di una chiesa. Tutto avveniva a non più di quattro centimetri dal mio piede sinistro. Quando me ne resi conto, fui colto da un inatteso disagio nello scoprire che da me poteva dipendere tutto. Un mio impercettibile movimento sarebbe stato sufficiente ad interrompere quella farsa, sufficiente a fermarle, a porre fine a quella manciata di vite. Loro non si erano nemmeno accorte della mia presenza. Non sapevano che le stessi spiando, non sapevano cosa stavano rischiando, non sapevano di quale importanza io mi fossi insignito. Sarebbero andate avanti in eterno. Io potevo impedirlo. Subito prima di chiedermi come si potesse accettare un tale potere, la domanda fu: “Perché non dovrei ucciderle?”.
7.
Un pretesto 06:21
La tua moneta pesa, ma so che sarà un piacere ripagarti. Ora non è il caso di esitare, faresti di certo una brutta figura nel risparmiarti. La tua giustizia merita la mia giustizia. E prima di quanto pensi qualcun altro eclamerà la sua. Viene da chiedersi “perché non regolare i conti una volta per tutte? Serenamente?” accompagnati da quel senso di inevitabilità che è sempre tanto d’aiuto, anche se forse nessuno sa, o nemmeno si pone il problema di sapere chi è l’aiutato... chi è l’aiutato? Perché se il problema è solo trovare un buon movente, allora tranquillo, cerca senza fretta... Legittimare la rivalsa è una delle più umane invenzioni. È solo una questione di tempo? Lo vuoi un buon pretesto? Ti serve un pretesto?
8.
Temporale 05:14
Non è chiaro cosa voglia il temporale non ho visto altra rabbia oltre la sua è distante, resta a farsi illuminare da un gentile sole che è in chiusura mi concedo il dubbio d’esser solo e se posso dirlo solo adesso che l’ho guardato in faccia il mio assassino, intimandogli di non sbagliare l’ho giurato, non m’importa del castigo che l’inverno mi potrà portare quale regalo lo dovrò accettare.
9.
Rumore 03:57
Il pensiero era così limpido e metallico e rumoroso. E il rumore era così spietato che non sapevo da cosa proteggermi. La mia nuvola era grigia, ed era vera e col rumore aveva fatto un patto. Sai che la risposta è cinquanta passi oltre l’angolo, e arrivi a dirtelo a voce alta, e arrivi a dirtelo a voce alta che non hai il coraggio di aprire la portiera e ti racconti che piove forte. E vuoi dirtelo a voce alta perché devi ricordarlo quel timbro tremante, perchè è il tuo divertimento estremo, il tuo divertimento. La solita vecchia fitta è rampante nel risalirti il braccio, e lo sai che è tutto giusto. E dividi lo stomaco con la tua fresca vittima, e lo sai che è tutto a posto. E lo sai che nessuno potrà mai, e lo sai che nessuno convincerti, sai che nessuno che non sei, una delle persone peggiori che conosci. E sai che nessuno potrà mai, sai che nessuno convincerti, sai che nessuno, che non sei, la peggiore persona che sai. E so anche che morirò un minuto prima, della mia speranza di essere migliore.
10.
Qualche volta il purgatorio, lo riconosci solo dopo che l’hai superato E lo vedi in faccia e lo confronti Con quell’altro posto che hai lasciato Ciò che hai lasciato, io non lo sapevo Ti sei vergognata, perché? Ciò che hai lasciato, non lo prevedevo, ma è solo un motivo di più La fiducia può esser come l’aria Che cosa fai se un giorno ti svegli senza fiato? Se si dimettesse dal ruolo di intermediaria? Se le si addicesse un posto defilato? Ciò che hai lasciato, io non lo sapevo Ti sei vergognata, perché? Certo è un peccato, ma è anche un sollievo, e c’è un purgatorio di più
11.
Il mio divertimento estremo sento nei paraggi, prendermi alle spalle non gli serve però lo farà. Come a ricordarmi che non son io a decedere, non sarò di certo io a smussar la sua teatralità. Il mio divertimento estremo sa come adularmi, basta sia molesto e lesto e il resto presto si vedrà. Come a ricordarmi che, non è lui a decidere, non sarà di certo lui a frenar la mia creatività. Il mio divertimento estremo ha voglia di ammazzare, sa dove trovarmi, vuole che lo guardi, non sa limitarsi, vuole rimpiazzarmi, sta per arrabbiarsi, vuole torturarmi! vuole torturarmi vuole torturarmi vuole torturarmi vuole torturarmi vuole torturarmi vuole torturarmi vuole torturarmi!
12.
Anche sul fondo della più stronza pozzanghera c’è una menzogna che cerca la luce, se ti sbagli ad osservarla lei cercherà il tuo sguardo e sarai tu che svelto andrai altrove e i tuoi occhi stan cercando, i tuoi occhi accetteranno ansiosa opaca commiserazione puoi essere il più opportunista fra i predicanti il più egoista fra i mendicanti. Cos’è che ti fa star male? che cos’è che non vuoi fare? E’ per te tutto il reame puoi far che muoia di fame Sai quel che potrai trovare! sai perché non vuoi guardare? Dammi un secondo che non sia tutto di plastica e in cambio avrai materie prime pure, perché guardare le stelle è un’attenzione che non basta e più non basta capirne la luce. Cos’è che ti fa star male? che cos’è che non vuoi fare? è per te tutto il reame puoi far che muoia di fame sai quel che potrai trovare! sai perché non vuoi guardare?
13.
Disarmante 04:33
È come se il cuore facesse un passo indietro, come se non si sentisse pronto. A quello che non vedrebbe a un metro, tanto che non serve dargli un volto. Forse vale la pena che rimanga un mistero, forse le parole non servono. E che il parlarne non mi allontani, lo spero, forse questo testo, non serve neanche a me! Di bellezza, potrei dire disarmante, potrei dire di guadarla, potrei dire di volerla, potrei dire. Coerente con la mia congenita contraddizione, scelgo di rendere superfluo l’arbitrio. Saturo di un’ansiosa tensione che mi fa tremare i pensieri, azzardo lo sguardo oltre il ciglio. Sembra così importante che mi sembra ingiusto, irrispettoso non dedicarle la debita attenzione. Quello che non so è cosa devo fare. Quello che so è che tutto il resto può aspettare. Tutto il resto potrà aspettare, saprà farlo, saprà aspettare, il talento della scelta ho perso. E i vesto di quel candore, e mi arresto in quel calore, finchè il vuoto torna ad esser terso. Tutto il resto potrà aspettare...
14.
Gli ultimi sondaggi l’hanno data in calo, gli ultimi baluardi stan prendendo il volo Questa calamità che ci spaventa un pò tutti. Causa mortalità per i talenti distrutti. La tua, maledizione. È la, soddisfazione Ma che tristezza, che peccato So quanto tempo hai dedicato A disinfestarti dalla tua banalità A drogar pesante la realtà E c’è nell’aria un cambiamento Chissà cosa succederà Se fosse una minoranza della civiltà A soffrire di banalità. Fuori dalla giungla è bello, ma altre sterpi graffiano la pelle va protetta come meglio si può. E’ grottesco il modo in cui ti fai zimbello di te stesso confondendo l’ordine, delle priorità La tua, maledizione È la, soddisfazione La tua, maledizione E’ la, soddisfazione Il vero anticonformismo Sarà essere conforme E la vera trasgressione Sarà non trasgredire E nel vergognarti della tua mediocrità, giungerai a una grande verità E disinfestarti dalla tua banalità Sarà l’unica banalità.

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released January 15, 2014

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Rego Silenta Novara, Italy

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