1. |
L(')a m(m)issione
02:33
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Se un bel giorno aprissi gli occhi
senza l’astinenza da controllo verso
tutti e tutto,
Sai, vi lascerei fare, mi andrei a
rilassare, mi sorprenderei di quanto
mi so rilassare.
Concepirlo già mi da dei brividi,
praticarlo..
Svergognarlo mostrerà i miei limiti,
più di quanto io non faccia già.
Se quell’alba fosse costellata di
proposte, di risposte
Giunte fino a me per derubarmi, per
rubarmi, la missione.. la missione.
Ho gia i sensi di colpa per il tempo
che ho perso.
E per il tempo che perdo con i sensi
di colpa.
E’ un problema o mi sbaglio voler star
sempre sveglio.
E’ un problema di certo ma non
chiedo di meglio.
Non capirò mai, perché resti qua
A subire i miei, mutevoli progetti
(ti) aiuterei, a combattermi
Solo io so i miei, punti deboli.
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2. |
Beni primari
03:18
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La tua razione di beni primari
l’han dettata in modo strano.
Lo si deduce dal fatto
che tutta non ti sta nemmeno in mano.
E va da se che la sopravvivenza
adesso passa in secondo piano.
E non vedere la fine del mese
è malcostume all’italiana.
Benedetta è la relatività, che annebbia
un poco il panorama.
Quanto amiamo la nostra povertà,
senza come si fa.
Se stavi meglio quando stavi peggio
ora saprai quando vuoi stare,
non è che goda della mia fiducia
il tuo sistema di valutazione, e allora
spremi forte la meninge, che una sola
ti è rimasta, l’altra per pagarti la tv al plasma
l’hai dovuta dare all’asta.
Benedetta è la relatività
Che annebbia un poco il panorama,
quanto amiamo la nostra povertà, senza come si fa.
Hano costruito un capiente recinto.
E ti han convinto che sei un porco.
E in qualità di animale sociale,
la tua soluzione è il branco.
E ti piace il tuo recinto, e vuoi bene alla tua merda,
è grazie a lei che ti confondi nella mischia.
E credi di essere protetto, che ti portino rispetto,
condividendo insieme la fanghiglia.
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3. |
Dentro l'ombra
04:22
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La terra ha voltato le spalle al sole.
E l’ombra mostra che sa fare.
Mi mostra che mi sa parlare.
Le mostro che ho le sue parole.
L’altalena che stavo osservando, si è fatta meno accogliente.
Sembra quasi stia “maleducando” al suo passaggio questa gente.
E vorrei accontentarli più di quanto vorrei,
profumando di petali i loro passi.
Invitarli ad affacciarsi sui fatti miei,
colorandoli come i bimbi coi sassi.
Ed ogni lampione è un occhio di bue per inseguirmi e segnalarmi.
Ed ogni potenziale può agguantarmi, mischiando urgenze mie alle sue.
Delle vie da poter praticare, ho scelto la più accogliente.
Una pratica, credo comune a ogni sorta di gente.
Fino all’ultimo orrore congegnare saprei,
confidando nel canto di un’inibizione.
E nel farlo il pensiero più basso che avrei,
è l’orrendo timore d’una sua distrazione.
La terra ha voltato le spalle a me, ma il sole le ha voltate a lei.
A chi voltarmi non saprei, ma lo farò e non ho un perché.
Dentro l’ombra ci sono fantasmi che non hanno da perdere niente.
Io da perdere ho solo uno spettro e mi vorranno certamente.
Dentro l’ombra, la notte è a suo agio e mi chiama
a scaldarmi, davanti alle braci.
Dentro l’ombra ogni essere la notte brama,
e sa di cosa sono capaci.
E vorrei accontentarli più di quanto vorrei,
profumando di petali i loro passi.
Invitarli ad affacciarsi sui fatti miei,
colorandoli come i bimbi coi sassi,
colorandoli come i bimbi coi sassi,
colorandoli come i bimbi coi sassi.
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4. |
Può essere paura
05:36
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Appartenente a tempo, appartenente a spazio
Appartenente a quello a cui conviene appartenere
Appartenere a un vizio, ed esserne orgogliosi
Appartenere a un merito ed andarne vergognosi
Fedeli ad un principio, incorniciato bene
Che prima crea la fede e poi da il senso del dovere
Che stuprerà una mente promettendole il piacere
Appartenenti a orientamenti, a gruppi, a schieramenti
Che vicendevolmente si fanno i complimenti
Utenti involontari, di propaganda oscura
La cui ragione d’essere può essere paura
L’unione fa la forza, la forza da il potere
Che porterà la mente a dare il senso del dovere
Che condurrà una mente a offrire il senso del dovere
Essere un po’ più deboli, ma essere in tanti
Per non conoscersi, guardare avanti, guardare avanti...
E’ mancando d’attenzione verso l’essenza,
che individuo e decisione perdon valenza
Concentrando il potenziale sull’osservanza
Ogni dubbio o esitazione, va alla mattanza
Virtù nell’arroganza, virtù nella coerenza
Virtù nell’espressione della propria appartenenza
Inconsci praticanti di sano autoerotismo
Coscienti esercitanti d’insano campanilismo
Non sentire un disagio, percorrere la schiena
Quando la tua ragione prende piede sulla scena
Esser sempre più deboli, ma essere in tanti
Per non conoscersi, guardare avanti, guardare avanti...
È mancando d’attenzione verso l’essenza,
che individuo e decisione perdon valenza
Concentrando il potenziale sull’osservanza
Ogni dubbio o esitazione, va alla mattanza
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5. |
Danzando
04:23
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Col senno di poi, che tra l’altro vado perdendo
Posso dire di avere danzato con la mia veggenza.
Lo saprete voi, con certezza quanto comprende,
la distanza fra la realtà e la sua presenza.
Crollano i ponti fra di noi, fra me e tutti voi,
esistenti più colti che consci di questa esperienza,
e le mie cataratte mi portano oltre ogni speranza.
Col senno di poi, che in effetti non vado cercando
Tornerei a coltivare i rapporti con la mia ignoranza.
E poi allungherei col mio rosso più vecchio e forte,
l’insistenza del senso più intenso di averne abbastanza
L’ultima mia natività, a cui si brinderà,
nell’istante in cui tutti gli sguardi staranno mentendo
i restanti miei passi saprò di viaggiarli danzando.
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6. |
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Dopo che fui seduto, guardando in terra davanti a me, mi resi conto di avere appena pestato una formica.
In pochi secondi, con una meccanica naturalezza, una, due, una dozzina di identiche vivissime formiche aveva già circondato la defunta.
Nel loro vagabondare fatto di linee rette, spezzate da bruschi cambi di rotta, si alternavano nell’andarle addosso, nell’impattarla, come se questo fosse inevitabile; le sostavano davanti un istante, per poi riaversi e indietreggiare di qualche centimetro.
Davano l’aria di poter andare avanti in eterno.
Infine una, l’ultima formica ad averla avvicinata, divenne la prima ad averne abbastanza di quell’impietoso rituale. Subito la sollevò e la portò con se a zonzo, quasi a volerla esibire, quasi a volerla indossare
per quel breve fazzoletto di suolo nel quale ancora stavano brulicando, senza nessuna apparente logica, le altre formiche.
Non c’era niente per loro laggiù, né briciole, né erba, né calore.
Soltanto una grigia piastrella, opportuna per loro quanto lo sarebbe per un aratro il sagrato di una chiesa.
Tutto avveniva a non più di quattro centimetri dal mio piede sinistro.
Quando me ne resi conto, fui colto da un inatteso disagio nello scoprire che da me poteva dipendere tutto.
Un mio impercettibile movimento sarebbe stato sufficiente ad interrompere quella farsa, sufficiente a fermarle, a porre fine a quella manciata di vite.
Loro non si erano nemmeno accorte della mia presenza.
Non sapevano che le stessi spiando, non sapevano cosa stavano rischiando, non sapevano di quale importanza io mi fossi insignito.
Sarebbero andate avanti in eterno.
Io potevo impedirlo. Subito prima di chiedermi come si potesse accettare un tale potere, la domanda fu: “Perché non dovrei ucciderle?”.
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7. |
Un pretesto
06:21
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La tua moneta pesa, ma so che sarà
un piacere ripagarti.
Ora non è il caso di esitare, faresti di certo
una brutta figura nel risparmiarti.
La tua giustizia merita la mia giustizia.
E prima di quanto pensi qualcun altro
eclamerà la sua.
Viene da chiedersi “perché non regolare
i conti una volta per tutte? Serenamente?”
accompagnati da quel senso di inevitabilità
che è sempre tanto d’aiuto,
anche se forse nessuno sa, o nemmeno
si pone il problema di sapere chi è l’aiutato...
chi è l’aiutato?
Perché se il problema è solo trovare
un buon movente,
allora tranquillo, cerca senza fretta...
Legittimare la rivalsa è una delle più
umane invenzioni.
È solo una questione di tempo?
Lo vuoi un buon pretesto?
Ti serve un pretesto?
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8. |
Temporale
05:14
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Non è chiaro cosa voglia il temporale
non ho visto altra rabbia oltre la sua
è distante, resta a farsi illuminare
da un gentile sole che è in chiusura
mi concedo il dubbio d’esser solo
e se posso dirlo solo adesso che
l’ho guardato in faccia il mio assassino,
intimandogli di non sbagliare
l’ho giurato, non m’importa del castigo
che l’inverno mi potrà portare
quale regalo lo dovrò accettare.
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9. |
Rumore
03:57
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Il pensiero era così limpido e metallico e rumoroso.
E il rumore era così spietato che non sapevo
da cosa proteggermi.
La mia nuvola era grigia, ed era vera
e col rumore aveva fatto un patto.
Sai che la risposta è cinquanta passi oltre l’angolo,
e arrivi a dirtelo a voce alta, e arrivi a dirtelo
a voce alta che non hai il coraggio di aprire
la portiera e ti racconti che piove forte.
E vuoi dirtelo a voce alta perché devi ricordarlo quel timbro tremante, perchè è il tuo divertimento estremo,
il tuo divertimento.
La solita vecchia fitta è rampante
nel risalirti il braccio, e lo sai che è tutto giusto.
E dividi lo stomaco con la tua fresca vittima,
e lo sai che è tutto a posto.
E lo sai che nessuno potrà mai,
e lo sai che nessuno convincerti,
sai che nessuno che non sei,
una delle persone peggiori che conosci.
E sai che nessuno potrà mai,
sai che nessuno convincerti,
sai che nessuno, che non sei,
la peggiore persona che sai.
E so anche che morirò un minuto prima, della mia speranza di essere migliore.
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10. |
Un purgatorio di più
03:09
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Qualche volta il purgatorio, lo riconosci solo dopo che l’hai superato
E lo vedi in faccia e lo confronti
Con quell’altro posto che hai lasciato
Ciò che hai lasciato, io non lo sapevo
Ti sei vergognata, perché?
Ciò che hai lasciato, non lo prevedevo, ma è solo un motivo di più
La fiducia può esser come l’aria
Che cosa fai se un giorno ti svegli senza fiato?
Se si dimettesse dal ruolo di intermediaria?
Se le si addicesse un posto defilato?
Ciò che hai lasciato, io non lo sapevo
Ti sei vergognata, perché?
Certo è un peccato, ma è anche un sollievo, e c’è un purgatorio di più
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11. |
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Il mio divertimento estremo
sento nei paraggi,
prendermi alle spalle non gli serve
però lo farà.
Come a ricordarmi che non son io a decedere, non sarò di certo io a smussar la sua teatralità.
Il mio divertimento estremo sa come adularmi, basta sia molesto e lesto e il resto presto si vedrà.
Come a ricordarmi che, non è lui a decidere, non sarà di certo lui a frenar la mia creatività.
Il mio divertimento estremo ha voglia di ammazzare,
sa dove trovarmi,
vuole che lo guardi,
non sa limitarsi,
vuole rimpiazzarmi,
sta per arrabbiarsi,
vuole torturarmi!
vuole torturarmi
vuole torturarmi
vuole torturarmi
vuole torturarmi
vuole torturarmi
vuole torturarmi
vuole torturarmi!
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12. |
C'è una menzogna
03:21
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Anche sul fondo della più stronza pozzanghera
c’è una menzogna che cerca la luce,
se ti sbagli ad osservarla lei cercherà il tuo sguardo
e sarai tu che svelto andrai altrove
e i tuoi occhi stan cercando, i tuoi occhi accetteranno
ansiosa opaca commiserazione
puoi essere il più opportunista fra i predicanti
il più egoista fra i mendicanti.
Cos’è che ti fa star male?
che cos’è che non vuoi fare?
E’ per te tutto il reame
puoi far che muoia di fame
Sai quel che potrai trovare!
sai perché non vuoi guardare?
Dammi un secondo che non sia tutto di plastica
e in cambio avrai materie prime pure,
perché guardare le stelle è un’attenzione che non basta
e più non basta capirne la luce.
Cos’è che ti fa star male?
che cos’è che non vuoi fare?
è per te tutto il reame
puoi far che muoia di fame
sai quel che potrai trovare!
sai perché non vuoi guardare?
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13. |
Disarmante
04:33
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È come se il cuore facesse un passo indietro,
come se non si sentisse pronto.
A quello che non vedrebbe a un metro,
tanto che non serve dargli un volto.
Forse vale la pena che rimanga un mistero,
forse le parole non servono.
E che il parlarne non mi allontani, lo spero,
forse questo testo, non serve neanche a me!
Di bellezza, potrei dire
disarmante, potrei dire
di guadarla, potrei dire
di volerla, potrei dire.
Coerente con la mia congenita contraddizione,
scelgo di rendere superfluo l’arbitrio.
Saturo di un’ansiosa tensione
che mi fa tremare i pensieri,
azzardo lo sguardo oltre il ciglio.
Sembra così importante che mi sembra ingiusto, irrispettoso non dedicarle la debita attenzione.
Quello che non so è cosa devo fare.
Quello che so è che tutto il resto può aspettare.
Tutto il resto potrà aspettare,
saprà farlo, saprà aspettare,
il talento della scelta ho perso.
E i vesto di quel candore,
e mi arresto in quel calore,
finchè il vuoto torna ad esser terso.
Tutto il resto potrà aspettare...
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14. |
Elogio alla banalità
04:13
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Gli ultimi sondaggi l’hanno data in calo,
gli ultimi baluardi stan prendendo il volo
Questa calamità che ci spaventa un pò tutti.
Causa mortalità per i talenti distrutti.
La tua, maledizione. È la, soddisfazione
Ma che tristezza, che peccato
So quanto tempo hai dedicato
A disinfestarti dalla tua banalità
A drogar pesante la realtà
E c’è nell’aria un cambiamento
Chissà cosa succederà
Se fosse una minoranza della civiltà
A soffrire di banalità. Fuori dalla giungla è bello,
ma altre sterpi graffiano
la pelle va protetta come meglio si può.
E’ grottesco il modo in cui
ti fai zimbello di te stesso
confondendo l’ordine, delle priorità
La tua, maledizione
È la, soddisfazione
La tua, maledizione
E’ la, soddisfazione
Il vero anticonformismo
Sarà essere conforme
E la vera trasgressione
Sarà non trasgredire
E nel vergognarti della tua mediocrità,
giungerai a una grande verità
E disinfestarti dalla tua banalità
Sarà l’unica banalità.
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